Sabato 4 maggio
XL www.xelle.it - www.facebook.com/RepubblicaXL con
Ausgang Produzioni, nEw liFe promo & Lanificio 159
presentano
SUPERSANTO’S CLUB
W/ WIDOWSPEAK + SIMONE OLIVIERI + THE FUCKING SHALALALAS
- RASSEGNA ITINERANTE AUSGANG -
INGRESSO 8 EURO
RIDOTTO UNIVERSITARI 5 EURO
@ LANIFICIO 159,
Via di Pietralata 159/A – ROMA
WIDOWSPEAK
I Widowspeak sono una band americana composta da Molly Hamilton e Robert Earl Thomas, nota per il suo stile rock and roll trasognante, tinto di atmosfere da film western. Formatisi nel 2010, pubblicano due singoli nel 2011 e l’album di debutto la stessa estate per la Captured Tracks. I Widowspeak attirarono subito l’attenzione della critica per l’ampiezza del loro suono, la voce incalzante di Hamilton e le linee di chitarre, di Morriconesca memoria, tracciate da Thomas; attingendo alle ballate pop degli anni ’50 così come alla psichedelia degli anni ’70, per creare delle languide melodie da botta e risposta. Al che seguì un lungo tour che portò la band anche in Europa, dove poterono dare sfoggio del loro sound caldo e nostalgico.
All’inizio del 2012, i Widowspeak hanno iniziato a scrivere quello che sarebbe divenuto il loro secondo album “Almanac”, nel periodo in cui iniziarono ad incombere fosche profezie sulla fine del mondo. Sebbene non fosse per nulla convinto del fatto che un’Apocalisse fosse imminente, Hamilton iniziò a comporre testi immersi in immaginari di distruzioni, colmi di tenebre e terrore, ispirati da un’esperienza universale di fine imminente. Iniziarono così a realizzare dei demo in sala prove: Thomas modellò le idee in canzoni, sperimentando arrangiamenti più corposi e articolati. Il bianco e il nero divennero Kodacromia, i toni smunti divennero saturi. I Widowspeak avevano iniziato ad esplorare le melodie degli Appalachi e i ritmi del deserto, fosse quello del Sahara, che il grande Sud Ovest Americano, oltre ad incorporare nel loro suono strumenti acustici e slide guitar, scaturita dall’ amore comune per Neil Young.
Mentre le composizioni prendevano vita, divennero qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso dai semi fatalisti da cui erano scaturite. Queste canzoni non erano più incentrate sulla fine del Mondo, ma sulla vita e la morte delle stagioni, la gioventù, l’amore, e la natura ciclica di tutte le cose. La band finì così per scegliere il nome “Almanac” per tributare tutti quei volumi annuali che da sempre forniscono predizioni sul tempo atmosferico, i movimenti lunari e solari e altri fenomeni astronomici. Ma le canzoni parlano anche del periodo di cambiamento che stiamo vivendo: i “bei vecchi tempi” in contrapposizione al frenetico presente, e un senso di perdita, ma anche di avventura, che questo genera.
L’album è stato registrato da Kevin McMahon (Swans, Real Estate) in un fienile vecchio di un secolo nella Hudson River Valley dello stato di New York durante i mesi di transizione tra estate e autunno. Lavorando con McMahon, Thomas ha sviluppato ulteriormente il suono della band, introducendo linee su linee di chitarre, piani Rhodes, organi e harmonium.
Se il primo album dei Widowspeak è una raccolta di cartoline, inviate dai posti visitati durante il loro primo anno di formazione, allora il secondo album è una guida scritta dopo che sono riusciti a trovare la loro dimora sonora e hanno imparato a viverla.
SIMONE OLIVIERI
Simone Olivieri dà alle stampe il suo primo, omonimo album nel Giugno 2011: chitarra acustica e un piccolo esercito di strumenti – pianoforte, organetti, celesta, mellotron, arpa da tavolo, violoncello, basso, batteria e cianfrusaglie varie – con l’aiuto di qualche amico e di un vecchio registratore a nastro. Una volta pubblicato il primo disco Simone comincia a suonarlo dal vivo prima da solo, poi ampliando la formazione col fondamentale contributo dell’amico Paolo Testa (Lapingra) ad organo, fisarmonica e toy piano, poi con quello del fedele batterista Daniele Misischia, infine col prezioso apporto di Daniele Gennaretti (Western Noise Orchestra) al basso e la occasionale quanto illuminante presenza di Paola Mirabella (Honeybird and the Birdies) ai cori e al flauto. Dopo essersi fatto ri-conoscere in questa nuova veste e con una stagione dal vivo alle spalle, nella quale divide il palco anche con Gionata Mirai (Il Teatro degli Orrori), Poppy’s Portrait e C+C=Maxigross con Marco Fasolo (Jennifer Gentle), nel Settembre 2012 Simone Olivieri fa uscire il nuovo album, l’EP La Mongolfiera Magica, che vede il passaggio alla lingua italiana.
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THE FUCKING SHALALALAS
Kurt Cobain che incontra Regina Spektor. Il sogno di rivedere i Moldy Peaches sul palco. Nascono piu o meno così i Fucking Shalalalas, per un colpo di fulmine tra la chitarra di Alex e la voce di Sarah. Dal vivo vi presentano il loro primo EP, sei pezzi da ascoltare e riascoltare!”
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