Sabato 23 marzo 2013
Ausgang Produzioni & NeW LiFe PrOmO
presentano
DIAFRAMMA
- RASSEGNA ITINERANTE AUSGANG -
@ BLACK OUT ROCK CLUB
Via Casilina 713 – Roma
INGRESSO : BOTTEGHINO 10 EURO //PREVENDITA : 10 EURO + D.P.
DIAFRAMMA
I Diaframma nascono nello stesso contesto musicale e territoriale dei Litfiba: la Firenze “new wave” dei primi anni 80. Sull’onda inglese del dark-rock decadente, i Diaframma esordiscono dapprima come cover band dei Joy Division, poi, nel 1982, incidono il loro primo singolo, “Pioggia”, accompagnato dal b-side “Illusione ottica”. La linea musicale del gruppo è chiara fin dai versi del singolo (La vita / si spegne / tra le gocce di pioggia). Gli splendidi testi del poeta chitarrista Federico Fiumani spingono il gruppo tra i più quotati sulla scena fiorentina dell’epoca. Seguono due singoli, “Circuito Chiuso” (1982) e “Altrove” (Contempo-1983), che confermano le notevoli capacità del quartetto, che vede nel 1984 Gianni Cicchi alla batteria, Leandro Cicchi al basso, Federico Fiumani alla chitarra e testi e Nicola Vannini alla voce.
Dopo parecchie esibizioni nei club fiorentini, spesso insieme ai Litfiba, e l’allontanamento di Vannini (rimpiazzato da Miro Sassolini), i Diaframma incidono nel 1984 per l’etichetta indipendente IRA Siberia.
Album scarno, diretto ed essenziale, con atmosfere cupe e malinconiche di chiara matrice “post-punk”, Siberia riscuote, con 50.000 copie, un grandissimo successo nelle vendite per la neonata etichetta. Assi portanti dell’album sono la splendida “Amsterdam”, in seguito duettata con i cugini Litfiba, “Neogrigio” e la title-track, pezzi arricchiti dalle magnifiche liriche di Fiumani, vero leader di una band che cambierà ripetutamente formazione nel corso degli anni.
Nel 1986 la new wave è morta, e Tre Volte Lacrime vuole essere un avvicinamento a melodie più solari ed eclettiche rispetto a quelle tenebrose dell’album precedente, con uno dei più fortunati brani di Fiumani, “Marisa Allasio”, ripreso in seguito dal gruppo napoletano Argine.
Resta però dal vivo la dimensione ideale dei Diaframma, molto apprezzati ormai anche fuori Firenze e dominatori indiscussi del circuito underground italiano di quel periodo. Peccato che in studio Fiumani abbandoni gradualmente la strada del rock per una via più commerciale. In perfetta solitudine è infatti prodotto dalla Ricordi, che vede nei Diaframma “redenti” un buon gruppo di rock d’autore. Il disco contiene brani interessanti come “Beato me”, “Io amo lei” e “Verde”. Segue l’uscita della compilation semi-antologica “Da Siberia al prossimo week-end”, che include oltre all’Ep Gennaio, le nuove versioni di due brani storici quali “Siberia” e “Tre volte lacrime”, più un paio di inediti. Contando sugli ottimi testi di Fiumani, che non perde la sua vena creativa, la Ricordi tenta più volte di far partecipare al Festival di Sanremo la band, ma Fiumani rifiuta sempre.
Negli anni 90 i Diaframma continuano su una strada decisamente lontana dal dark-punk dei primi anni, ritornando nel circuito underground con un altalenante successo commerciale. Con Il ritorno dei desideri (Contempo – 1994) le liriche accentuano il loro carattere aspro e passionale nonché lo stile personalissimo sottolineato nel caso specifico dalla produzione di Gianni Maroccolo (Csi). Partecipano al progetto anche Francesco Magnelli (che aveva già preso parte come sessionman alle registrazioni di Siberia), Mara Redeghieri (Ustmamò) e Pino Gulli (poi nei Csi). Sempre del 1994 esce l’unico disco a nome Federico Fiumani, Confidenziale, emozionante resoconto di una serie di una serie di concerti acustici tenuti in Italia.
Nel successivo Non è tardi (Abraxas – 1995) prosegue il cammino espressivo intrapreso, lirico e spigoloso, autorevole e suggestivo, illuminato e sempre fedele a se stesso. Accanto a brani duri e rabbiosi come “Ma finitela” e “Fantasmi di giorno”, compaiono episodi più dolci ed intimisti come “Fiore non sentirti sola” e “Paternità”. Il disco è intenso, vivace, maturo e ripropone una domanda ancora senza risposta: come mai Fiumani non ha fatto breccia nel grande pubblico e, nonostante l’unanime apprezzamento, rimane un artista poco popolare?
Sempre nel 1995 i Diaframma vincono il Premio Ciampi, a definitiva consacrazione della poetica di Fiumani.
Nel 1996 la band cambia nuovamente etichetta passando alla Flying Records di Napoli, con la quale pubblica l’album Sesso e violenza, sospeso fra punk (“Endorfina”, “Tachicardico”), rock classico (“Metti in moto la macchina”) e tenere ballate (“Valzer”, “Bella”).
Due anni dopo esce Scenari immaginari, che conferma il buon livello di affiatamento della band e la maturità di Fiumani come autore.
I Diaframma, prodotti dalla Self, ristampano nel 2001 i loro primi lavori, che ormai erano difficilmente reperibili, e inoltre raccolgono in due album (Albori e I Giorni dell’IRA) le sensazioni che avevano portato alla formazione di uno dei gruppi new wave più importanti nel panorama italiano.
Nel 2009 con Difficile da trovare, Fiumani sfoggia un nuovo piccolo saggio di cantautorato rock, sporcato di convenzionalità e di accomodante pop, ma anche di impreviste leggere virate simil-jazz, con la sezione ritmica affidata alle sapienti mani di Lorenzo Alderighi (basso) e Lorenzo Moretto (batteria). I testi spesso lasciano a desiderare e alcuni passaggi risultano addirittura inaccettabili, tipo “L’ha detto anche Prandelli che i risultati si ottengono col gioco” o “Comunque hai ragione tu, ognuno per la sua strada e non pensiamoci più”, con una resa in rima fra le più scontate di sempre.Quando la band alza i toni sul finale di “Dura madre”, sa essere esaltante come ai tempi d’oro, quei tempi suggellati nella recente riedizione di Live & Unreleased, già apprezzata da queste parti. E il meglio viene conservato per le irresistibili aperture strumentali di “Dolce insonnia” e “Il sogno di te”, oltre che nelle brevi e concise “Intro” e “Outro”. Si parla di sesso, di desiderio, di occasioni mancate, del grigio della vita, degli amici che si adeguano al sistema e del tempo che passa con inesorabile noncuranza.
Alla fine torna tutto, o quasi. E, tutto sommato, oggi ci può quasi andar bene così.
Nel 2011, i Diaframma decidono di pubblicare per la prima volta un disco interamente dal vivo, Live 09-04-2011, sintesi di un’indimenticabile serata tenuta il 9 aprile dello stesso anno al Viper di Firenze.
Fiumani e compagnia giocano in casa ed ospitano per l’occasione gli amici Miro Sassolini, Andrea Chimenti e Marcello Michelotti.
Il disco evidenzia grande equilibrio fra brani storici e composizioni più recenti, è innegabile però quanto il livello di catarsi aumenti esponenzialmente durante le riproposizioni dei gioielli del passato.
I Diaframma oramai costituiscono fondamentalmente un supporto alla carriera solista di Federico Fiumani, non per niente in copertina campeggia una foto raffigurante soltanto lui. Una carriera che viene giustamente celebrata su questi solchi transgenerazionali.
A settembre dello stesso anno i Diaframma, sono già in studio per la scrittura e la registrazione delle dodici tracce che saranno contenute in Niente di serio, previsto in uscita per gennaio 2012, uno dei lavori più riusciti nel recente percorso artistico della formazione.
Niente di serio (2012) contiene i nuovi grandi classici del repertorio dei Diaframma, zampate vincenti quali “Entropia” e “Madre superiora” vanno a posizionarsi con merito accanto ai grandi titoli della band. Dal punto di vista musicale l’album è ineccepibile, frutto del lavoro compositivo di un gruppo oramai rodato e compatto: Federico canta e suona la chitarra con ritrovata grinta, accanto a lui si muove un’eccellente sezione ritmica formata da Luca Cantasano al basso e Lorenzo Moretto alla batteria, ai quali si aggiunge la partecipazione straordinaria di Gianluca De Rubertis de Il Genio alle tastiere.
Molte soluzioni ricercano il pathos in un disco che sorprende per aggressività ed energia (“La botta di energia del rock”, la title track), ovunque emerge la grande attenzione riservata ai particolari ed i continui spunti appassionati, come il solo di Giulio Cercato che caratterizza la chiusura di “Nilsson”.
Sempre in bilico fra new wave e modernità, Federico Fiumani si conferma autore fuori dal tempo, fuori dalle mode, uno dei compositori più originali e sinceri di casa nostra, un personaggio che pur conservando un seguito ultra fedele avrebbe meritato (e meriterebbe) platee ben più numerose.
Chissà che proprio Niente di serio possa affermarsi come il disco giusto per scardinare tante porte e tanti cuori. Gli ingredienti ci sono tutti, dagli episodi più rotondi e canticchiabili (“Vivo così”, “Carta carbone”, “Un orologio rotto”) a quelli più strutturati (gli oltre sei minuti di “Grande come l’oceano”, con la lunga coda strumentale), fino a quelli più intimistici (“Absurdo Metalvox”, “Tempesta nel mio cuore”, “Anime morte”).
I Diaframma, in ogni caso, sono un patrimonio nazionale di inestimabile valore, sia per il fondamentale contributo passato, sia per l’attuale (per molti imprevista) vivacità.
http://www.myspace.com/federicofiumani
INFORMAZIONI :
http://www.ausgang.it/
MEDIA PARTNER :